20 agosto 2013

MERCOLEDI h 21

DOCUMENTARIO

TERRA NERA
un documentario di Simone Ciani e Danilo Licciardello

info: terranera.info 
Il land grabbing è l’accaparramento delle terre da parte di Stati, investitori locali, internazionali o transnazionali. Il fenomeno si estende all’intero pianeta dove, con il beneplacito della Banca Mondiale e di politiche corporate-friendly, milioni di ettari di terreni e di risorse naturali vengono ceduti alla speculazione. Un fenomeno che ha subito un’accelerazione in questi ultimi tempi, tanto che, in tre anni, secondo la FAO, solo in Africa sono stati venduti 20 milioni di ettari di territori.
Le sabbie bituminose (tar sands) sono depositi di sabbia e argilla satura di bitume ovvero petrolio allo stato solido o semi-solido. La lavorazione delle sabbie bituminose genera diversi agenti chimici altamente nocivi: idrocarburi policiclici aromatici, mercurio, arsenico, acido naftenico e diossido di azoto. La produzione di un barile di petrolio da sabbie bituminose richiede mediamente l’utilizzo da 2 a 4,5 barili di acqua e rilascia nell’atmosfera, secondo la tecnica di lavorazione impiegata, tra il 17 e il 23 % di gas ad effetto serra in più rispetto a un barile di petrolio convenzionale, oltre a causare ingenti livelli di inquinamento delle acque e della terra.
Sono passati i tempi in cui ci potevamo permettere di pensare al petrolio come un input a basso costo per la crescita economica e sociale, senza tener conto dell’impatto sull’ambiente e sulle generazioni future
Paolo Scaroni, Amministratore Delegato Eni – discorso all’United Nation Leadership Forum on Climate Change, Nazioni Unite – New York, 22 settembre, 2009
CANADA
In Canada i nativi conoscevano le “sabbie bituminose” dalla notte dei tempi e le utilizzavano per rendere impermeabili gli scafi delle canoe. Da oltre 50 anni nello stato dell’Alberta multinazionali del calibro di Shell, Exxon, Chevron e Total sfruttano le tar sands su scala industriale, con conseguenze devastanti per l’ecosistema.
Gli abitanti di Fort Chypewyan e delle terre confinanti con le zone di sfruttamento delle tar sands si ammalano con una frequenza tripla rispetto alla media a causa dell’inquinamento delle falde acquifere. I pesci hanno da tempo maturato malformazioni e danni genetici, negli animali si rilevano tassi altissimi di metalli, in diverse zone è proibito l’uso dell’acqua dei fiumi e dei laghi e vengono regolamentati i consumi individuali di pesce e di carne locale. Dove prima c’erano foreste, ora ci sono crateri di terra arida ed enormi bacini che raccolgono gli scarti di lavorazione. Lo stato dell’Alberta, unico posto nel mondo dove viene portato avanti lo sfruttamento su larga scala delle sabbie bituminose, sta andando incontro a disastri ambientali su larga scala: gravi processi di deforestazione, distruzione di preziosi habitat naturali, rapido impoverimento delle risorse idriche, contaminazione delle falde acquifere nonché l’insorgere di malattie e tumori rari nella popolazione dei territori interessati. Paradossalmente, proprio a causa di questo processo, il Canada sta mettendo a rischio la propria sicurezza energetica dato che le riserve di gas metano, utilizzato per l’estrazione e il processamento delle sabbie, stanno terminando.
L’Athabasca Chipewyan First Nation assieme ad altre comunità di nativi è attualmente protagonista di una lotta di resistenza contro l’espansione delle concessioni, in particolare quella della Shell. Questa lotta in continua crescita vede l’insorgere di movimenti indigeni sostenuti da associazioni ambientaliste e organizzazioni civili di tutto il territorio nordamericano riunitesi negli ultimi mesi sotto il nome di Idle No More.
CONGO

Nel maggio del 2008 la multinazionale italiana Eni, una tra le dieci principali compagnie energetiche del mondo, ha siglato un accordo confidenziale con il ministero dell’Energia del Congo che prevede un investimento di 3 miliardi di dollari per avviare la ricerca e lo sfruttamento di olii non convenzionali in sabbie bituminose in un’area di 1790 chilometri quadrati nella regione di Kouilou.
Il bacino del fiume Congo è uno dei più ricchi ecosistemi del pianeta; ospita una delle principali foreste del globo, “polmone” del clima mondiale e regolatore del clima della regione. Eni ha dichiarato pubblicamente che nessun progetto coinvolgerà la foresta pluviale e le aree ad elevata biodiversità né comporterà il trasferimento di popolazioni, fornendo rassicurazioni riguardo alla localizzazione delle sabbie bituminose che – secondo Eni – sarebbero state trovate nella savana. Eppure studi della compagnia stessa hanno rilevato che dal 50 al 70 % della zona di concessione per le sabbie bituminose sono occupate da foreste e zone altamente sensibili della biosfera.
Tre guerre civili, succedutesi tra il 1993 e il 1999, hanno distrutto larga parte delle infrastrutture del paese, provocando un netto deterioramento delle sue potenzialità economiche e il precipitare degli indicatori sociali di sviluppo. Secondo la Banca mondiale, almeno il 54,1% della popolazione vive sotto la soglia della povertà, ma le stime non ufficiali parlano di almeno il 70%. Si calcola che un abitante su cinque soffra di malnutrizione e che solo un quarto della popolazione abbia accesso all’energia elettrica. A Pointe Noire, la capitale del petrolio, manca spesso l’energia e quasi tutte le abitazioni e gli esercizi commerciali producono energia con generatori a diesel. Ironia della sorte, il Congo è il settimo produttore africano di petrolio, che nel 2009 ha rappresentato circa il 67% del PIL e più dell’90% delle esportazioni del paese.

La conquista della terra, che sostanzialmente consiste nello strapparla a quelli che hanno la pelle diversa dalla nostra o il naso leggermente più schiacciato,
non è una cosa tanto bella da vedere, quando la si guarda troppo da vicino
Joseph Conrad, Cuore di tenebra

14 agosto 2013

suburbana 2013



Un anno passato in piedi: l'ilva ed il sistema che disintegra una città.
Prospettive future: limiti e possibili sviluppi di radicalizzazione delle lotte.

Non ci sentiamo di dire niente di più rispetto a una possibile traccia di discussione, ma pensiamo che partire da queste due condizioni rilevanti possa favorire lo svolgersi della assemblea in un dibattito ricco di visioni future.Per tanto ci limiteremo a dare una nostra minima considerazione in termini di analisi.

La parentesi lunga ed evolutiva di crisi, che l'umanità in questo nuovo secolo sta attraversando, è la risultante del processo di deturpazione generale dei diritti, conquistati a durissimo prezzo dalle generazioni passate nel defunto, ma mai domo '900. Vediamo gli stessi diritti, ad ogni latitudine del pianeta, lesi sempre più in egual misura e con pari livello di sfruttamento dei territori e delle persone; vi è una intensificazione dell'elemento di rottura, da parte “dell'azione politica istituzionale”, contro le richieste delle popolazioni che subiscono inermi le loro scelleratezze; vi è inoltre un ulteriore intensificazione da parte della stessa a garantire affaristi, speculatori e multinazionali. Ed è sintomatico come proprio in questo baratro, che popolazioni intere scorgano la possibilità di riorganizzarsi in aggregati di lotta a difesa delle proprie vite e dei territori.
Nella reale voglia di costruire il sentimento di riappropriazione dei luoghi in cui questo popolo nasce, abita, produce ricchezza e muore, di poter modellare infine con le proprie mani il futuro che lo attende.
Il cammino verso questa direzione già è preso, quindi sta a tutti noi non perdere l'orientamento nei deserti di vite spezzate, che il capitalismo crea.
La logica del disfattismo, deve essere marginalizzata per permettere la compenetrazione materiale nei luoghi della esigenza collettiva, non più individualista ma alla ricerca di “regole” tattiche e strategiche che ci permettano di superare la crisi della rappresentanza.
Il rapporto biunivoco che questi due concetti assumono, in un insieme di rottura storica con il passato più recente, trova la sua collocazione ideale nella trasversalità dei movimenti cittadini o extra cittadini. Questi fattori riportano l'asse in equilibrio, per lo meno nel tipo di concentrazione pluralistica, con il disequilibrio vissuto nelle lotte degli ultimi decenni; nei tentativi dimostratisi insufficienti, ma che comunque hanno favorito la crescita esponenziale intorno al livello di partecipazione popolare, che risultava altrimenti svilito ed esangue.

I Popoli autoconvocati in assemblee larghe ed eterogenee, possono coniugare la propria rappresentanza, praticando l'abbattimento del concetto di delega, che tanto ha inciso negativamente sul rapporto con l'esistente quotidiano.

Questa si dimostrerà una strada lunga e tortuosa, che sicuramente affaticherà l'esercizio della lotta, ma produrrà sicuramente certezze in più per le nuove generazioni militanti. Però, è anche vero, che la traduzione immediata nelle vite e nei territori, dovrà assolutamente evolversi in una profonda fase di studio teorico che di pari passo coniugandosi con la pratica, porterà sempre più vaste fette di popolazioni diffuse e attive, alla critica scientifica del sistema “capitalismo” da un punto di vista di classe.
Tradurre questo concetto senza incappare nella retorica auto celebrativa, rappresenterebbe una grossa sfida che darebbe la possibilità di radicalizzare l'esercizio di queste lotte, altrimenti destinate a risultare contenitori pieni di opportunità fisiologiche, bloccandole in un eterno presente, nei propri limiti, nel paradosso di una non crescita.
Formare quanta più gente possibile alla pratica anticapitalista, deve essere l'orizzonte; creare scuole dal basso che pratichino questo concetto, l'obiettivo. Educare una comunità a non arrendersi alle scelte imposte dai “direttivi politici finanziari”, porterebbe la stessa a considerarsi parte attiva nei luoghi della trasformazione culturale politica ed economica.La tendenza negativa a difendersi in termini vertenziali dagli attacchi padronali deve essere rivisitata tatticamente all'interno di passaggi intermedi che altro non sono che l'amalgamento di esperienze diverse. Le stesse potranno trovare spazi di agibilità nell'immediato futuro, non in risoluzioni para istituzionali e burocratizzate, ma nella trasformazione stessa del soggetto in lotta che tramite l'idea collettiva comunitaria, possa dare nuovo impulso alla storia della società umana.

Suburbana è alla sua nona edizione e come ogni anno fa le sue valutazioni politiche in base al lavoro svolto nei perimetri della fame.Suburbana si affaccia da una piccola finestra sul mondo che di notte ci illumina il cammino nella lotta internazionale, tanto cara a noi maldestri viaggiatori di mari in tempesta.

CI HANNO INSEGNATO L'ARTE DI ARRANGIARCI, IMPAREREMO QUELLA DI LOTTARE

Assemblea Suburbana sabato 24 Agosto ore 18 comitato di quartiere città vecchia.
Comitati di quartiere Taranto – Arco Paisiello G18
comitato.di.quartiere@email.it - 0994716012

14 luglio 2012

suburbana012

SUBURBANA FESTIVAL VIII EDIZIONE 1-4 AGOSTO 2012
Campeggio Politico – Proiezioni-Dibattiti – Concerti
c/da Porvica, SP Pulsano-Monacizzo - Lizzano-melandra fontana-

PROGRAMMA:

Mercoledì 1
Ore 18:00 ASSEMBLEA INTRODUTTIVA
DI GESTIONE DEL CAMPEGGIO

A seguire REGGAE/ROOTS
RED AND BLUE
VIBES REBEL



Giovedì 2
 DUB/DRUM N'BASS/ROCK STADY/SKA
TOPOLONE
RHINO


Venerdì 3
  
h 21. 

SCENE D'AUTORE
SPETTACOLO DI OMBRE CINESI
di e con
Silvio Gioia e Maria ghezzo


 a seguire ELETTRONICA/HIP HOP

TIRAKECHÈ
BRUSCA



Sabato 4


 h 21.  
RAPPRESENTAZIONE TEATRALE 
 
'LA CISTERNA'
testo e regia Salvatore Arena
attore narrante Massimo Zaccaria


a seguire MUSICA POPOLARE
 

CHITARRE E TAMMORRE






PER TUTTA LA DURATA DEL CAMPEGGIO PREVISTI COLAZIONE, PRANZO E CENA.


Info: suburbanafestival.blogspot.com 
Prenotazione campeggio: comitato.di.quartiere@email.it tel: 392 8613690




genoeg nie!
يكفي!
nahikoa!
Prou ya!
αρκετά!
достаточно!
go leor!
Mo' avast!
 

23 luglio 2011

Comunicato stampa del 23 LUGLIO 2011:

I comitati di quartiere di Taranto, le associazioni e le realtà di base della provincia, attive sui temi dell’ambiente, organizzano:
SUBURBANA 2011, UN CAMPEGGIO POLITICO AUTORGANIZZATO PER DISCUTERE DI ACQUA, RIFIUTI, SANITA’ E BENI COMUNI IN PUGLIA. A LIZZANO, DAL 26 AL 30 LUGLIO .
Sono passati dieci anni dalle giornate del G8 di Genova del 2001, un vertice politico-economico dove pochi potenti, per scelta propria rinchiusi all’interno di un’area inviolabile, si arrogavano il diritto di continuare a garantire gli sfruttamenti, i profitti, le ricchezze e le immunità di pochi, stringendo definitivamente una vite che condannava alla povertà, alla precarietà ed alla brutale repressione i molti. Per farlo, non ebbero alcun timore di usare la forza militare, all’interno di un quadro concretamente definito come la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Quello che si è manifestato in seguito, ed è sotto gli occhi di tutti, è stata la naturale conseguenza della repressione nelle strade di Genova: non c’è limite alle speculazioni economiche del neoliberismo globalizzato, e chi, in America Latina o in India, come che a Napoli o in Val di Susa, si oppone a questo progetto, non ha diritto di cittadinanza. Sono rimaste tutte lì, intatte, le ragioni di quel movimento altermondialista che ha portato, ovunque, centinaia di migliaia di manifestanti di estrazioni diverse ad unirsi e a portare in piazza non rivendicazioni locali, ma temi attorno ai quali si riconoscevano le popolazioni della Terra. La crisi economica mondiale, la distruzione dello stato sociale, la devastazione ambientale, il precariato, la privatizzazione dei beni comuni sono così diventati il necessario prezzo da pagare alle guerre ed alla crisi economica mondiale, mentre l’assenza di rappresentatività, anche nelle cosiddette democrazie occidentali, costringe a pensare a nuove forme di riappropriazione della dimensione pubblica, capaci di superare la sempre più evidente distanza tra i partiti politici e la stragrande maggioranza della popolazione.
Anche nella Puglia di Fitto eVendola le contraddizioni di questo sistema si fanno sempre più stridenti: si tenta di limitare la ripubblicizzazione dell'acqua, dopo che un referendum partecipatissimo ha chiaramente espresso una netta contrarietà a queste manovre, si chiudono ospedali pubblici mentre si favorisce la peggiore sanità privata, si incrementa il circolo vizioso dei traffici di rifiuti garantendo profitti e nuove autorizzazioni ai signori delle discariche e degli inceneritori, nel solco tracciato da quel pensiero unico dominante che considera il valore delle merci superiore a quello delle persone. Così si riaprono, invece, vergognosi centri lager che pensavamo definitivamente ripudiati dalla Storia, si militarizzano i territori, e si consolidano centri di potere che non hanno nessuna intenzione di vedere intaccati i propri benefici.
Sono queste le ragioni per le quali comitati e associazioni di base di cittadini di questo territorio si incontrano a Suburbana, per autogestire insieme un campeggio politico di cinque giorni durante i quali condividere analisi sui beni comuni e discutere di nuove strategie di lotta. L’appuntamento è a Lizzano (TA), in Contrada Porvica - raggiungibile dalla SP Pulsano Monacizzo - da martedì 26 luglio e fino al 30. I dibattiti e gli approfondimenti tematici si terranno a partire da mercoledì 27, con una discussione che vedrà coinvolti i Comitati territoriali per l’acqua pubblica e proseguiranno nei giorni 28 e 29 luglio, quando al centro dell’attenzione saranno poste la gestione dei rifiuti, e la sanità in Puglia, con “l’affare”, sempre più inquietante, del San Raffaele del Mediterraneo a Taranto. Come sempre, anche durante questa edizione di Suburbana, saranno attivi tutti i giorni il bar e la cucina popolare, le mostre e gli spazi per la controinformazione e le autoproduzioni, l’area destinata alla musica ed ai concerti.

12 luglio 2011

NO TAV!!!!!!!!!!!

VENERDÌ 15 LUGLIO 2011
IL COMITATO DI QUARTIERE
Città Vecchia presenta:

serata di controinformazione sul progetto tav in val susa.
Dalle ore 20 iniziamo una discussione grazie al contributo di Maurizio Piccione esponente no tav del collettivo TAKUMA.
La democrazia non è uno yogurt, non scaderiprendiamoci la nostra terra, riprendiamoci le nostre vite, costruiamo il nostro futuro!

10 luglio 2011

SABATO 16 LUGLIO-CENA POPOLARE-


SABATO 16 LUGLIO
AL COMITATO DI QUARTIERE CITTÀ VECCHIA
CENA POPOLARE PER SOSTENERE LE SPESE DI SUBURBANA

Come ormai tutti sanno, quest'anno il campeggio Politico di Suburbana è stato costruito interamente grazie al sostegno delle realtà territoriali presenti in tutta la provincia.. e non solo..
Le spese iniziali di Suburbana rigurdano i manifesti per la pubblicità, l'impianto idrico ed elettrico per il campeggio e le prime spese per bere e mangiare..
certi nel contributo di tutti...
a SABATO!

9 luglio 2011

ITINIERARI

Da Lizzano
Da Pulsano













Da Maruggio
Da Torricella




Se invece preferisci selezionare la località di partenza, usa questo link e inserisci nella casella A la località da cui vuoi partire, non modificare la destinazione B...

Legge Popolare e Regionale a CONFRONTO

Legge iniziativa popolare

sono stati messi a raffronto il disegno di legge licenziato dal tavolo tecnico congiunto (fra Comitato Pugliese-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e Governo della Regione Puglia, così come istituito ai sensi della delibera del
27/10/2009) – approvato all’unanimità dalla giunta l’11 maggio 2010 – con quello approvato in Consiglio regionale il 14 giugno 2011 (entrambi in allegato).



Per rendere più agevole il confronto, si è prodotto un nuovo file (sempre in allegato) partendo dal nuovo testo approvato sul quale sono state indicate le variazioni come segue:

-colore blu: integrazioni rispetto al testo originario;

-colore rosso: eliminazioni rispetto al testo originario

-colore verde: commenti

-evidenziato in giallo: passaggi di fondamentale importanza.


LEGGE REGIONALE


Gestione del servizio idrico integrato - Costituzione dell’Azienda pubblica regionale ‘Acquedotto Pugliese (AQP)’”LEGGE  REGIONALE


Gestione del servizio idrico integrato - Costituzione dell’Azienda pubblica regionale ‘Acquedotto Pugliese (AQP).’”





Il Consiglio regionale ha approvato la seguente legge:




Art. 1
Principi generali


1. L'acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e  insostituibile per la vita.


2. La disponibilità e l’accesso all’acqua potabile, nonché all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono diritti inviolabili e inalienabili della persona umana, diritti universali non assoggettabili a ragioni di mercato.


3. La Regione Puglia difende e garantisce l’approvvigionamento dell’acqua  e tutela il diritto di ciascun individuo al minimo vitale giornaliero, quale condizione imprescindibile per la realizzazione del diritto fondamentale all’acqua potabile in funzione del diritto alla vita. A questi fini le infrastrutture demaniali concesse in uso
per la gestione del servizio idrico integrato pugliese, così come  identificate ed annoverate dall’articolo 143 (Proprietà delle infrastrutture) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), sono dichiarate strategiche di rilevanza regionale.


Eliminata la frase nel seguente riquadro:




4. Il servizio idrico integrato deve essere gestito attraverso forme e  modalità compatibili con i principi della presente legge, in conformità con la vigente normativa comunitaria, nazionale e regionale, e con criteri di efficacia, trasparenza, equità sociale, solidarietà e nel rispetto del diritto all’acqua potabile e sicura e ai servizi igienici come un diritto umano essenziale al pieno  godimento della vita e di tutti i diritti umani, sancito dalle Nazioni Unite.


5. La Giunta regionale è delegata a emanare il regolamento di attuazione
della presente legge
entro  sessanta giorni dalla data della sua entrata in vigore.




Art. 2
Principi e criteri per la
gestione delle risorse idriche


1. Il  servizio idrico integrato pugliese, così come definito dalla L.R. n.  28 del 6.9.1999, è da considerarsi servizio pubblico locale di interesse generale,  ai sensi dell’art. 1, comma 3 della presente legge, perciò privo di rilevanza  economica e sottratto alla regola della concorrenza.


Come avevamo già fatto presente in audizione se, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, sui ricorsi contro il Decreto Ronchi, si può comprendere  l’eliminazione della dicitura del servizio “privo di rilevanza economica”, non lo stesso si può dire per la dicitura “servizio pubblico locale di interesse generale” prevista dalla Unione Europea


I seguenti paragrafi (art. 2 comma 2 e 3 nella versione originale) sono stati  eliminati e rielaborati in quello che costituisce l’attuale art. 1 comma 4 (indicato in questo testo in blu).






1. Il servizio idrico integrato della Puglia è affidato a un’azienda pubblica regionale che realizza la parte prevalente della propria attività con l’ente pubblico che
la controlla,
anche per beneficiare delle economie di scala e di scopo e favorire  una maggiore efficienza ed efficacia nell’espletamento del servizio e con l’obbligo del reinvestimento nel servizio di almeno l’80 per cento degli avanzi netti di  gestione.
Ai fini della presente legge, per avanzo netto di gestione si intende il risultato economico di esercizio del soggetto di cui all’articolo 5 al netto degli ammortamenti, accantonamenti, interessi, imposte e tasse.


Ci chiediamo che senso abbia nel caso di un soggetto pubblico specificare che “realizza la parte prevalente della propria attività con l’ente pubblico che la controlla”? Un soggetto di diritto pubblico per  definizione deve svolgere l’intera attività per l’ente pubblico che la controlla, oltre che per il soddisfacimento di un interesse pubblico (nel caso dell’azienda speciale questa, ai sensi del T.U.  2067/2000, art. 114, comma 1) è “ente strumentale dell'ente locale dotato di personalità giuridica, di autonomia imprenditoriale e di proprio statuto, approvato dal consiglio comunale o provinciale”.
La frase, invece, riportata nell’articolo sembra quella prevista dalla sentenza Teckal (Corte di Giustizia,C-107/98) come limite da porre alle società per azioni a intero capitale pubblico per garantire una gestione in house.


2. Il regime giuridico delle infrastrutture è regolato dall’articolo 143  del d. lgs. 152/2006.


3. Alle opere necessarie per la realizzazione delle finalità di cui al comma  1 continua a trovare applicazione il comma 1 dell’articolo 14 del regio decreto-legge 19 ottobre 1919, n. 2060 (Istituzione con sede in Bari di un ente autonomo per la costruzione, manutenzione ed esercizio dell’acquedotto pugliese, e approvazione del relativo ordinamento), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 settembre 1920, n. 1365, in materia di dichiarazione di pubblica utilità e di espropriazione.






Art. 3
Istituzione di un fondo per
garantire il diritto all’acqua


1. In ottemperanza alle risoluzioni dell’Organizzazione delle Nazioni  Unite, per garantire a tutti i cittadini residenti nella Regione la disponibilità e  l’accesso all’acqua potabile come diritti inviolabili e inalienabili della persona umana, diritti universali non assoggettabili a meccanismi di mercato e al fine di garantire il  livello essenziale di accesso all’acqua per soddisfare i bisogni della collettività, è istituito un fondo regionale per il diritto all’acqua.


2.
La gestione del fondo è affidata
alla  Regione Puglia al gestore del servizio idrico integrato, di concerto con l’organismo di indirizzo e controllo del servizio idrico integrato, ed è disciplinata in conformità con quanto previsto dall’articolo 13.




I seguenti paragrafi (art. 3, comma 3 e 4 nella versione originaria) sono stati  eliminati.




Art. 4
Istituzione del fondo regionale
di solidarietà internazionale


1. Nell’ottica della solidarietà internazionale e della coesione e solidarietà  sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti fondamentali della persona, ai sensi del comma 5 dell’articolo 119 della Costituzione e degli articoli 3 e 11 dello Statuto regionale, e al fine di  contribuire a garantire il diritto all’acqua potabile per le persone e le popolazioni che non hanno accesso ai servizi idrici, è prevista la costituzione di un fondo regionale di solidarietà internazionale, da destinare a progetti di sostegno all’accesso  all’acqua, gestiti attraverso forme di cooperazione decentrata e partecipata dalle comunità locali dei paesi di erogazione e dei paesi di destinazione, senza alcuna finalità lucrativa o interesse privatistico, anche attraverso la collaborazione delle organizzazioni non governative.


2. La disciplina delle modalità di accesso al fondo di cui al comma 1 è  posta con il regolamento di cui al comma 5 dell’articolo 1.


3. Il fondo di cui al comma 1 è alimentato mediante trasferimento al  bilancio regionale del 2 per cento degli avanzi netti di gestione dell’azienda di cui all’articolo 5.



Art. 5
Costituzione dell’azienda pubblica regionale
Acquedotto pugliese (AQP)”


1. Con la presente legge è istituita l’Azienda pubblica regionale  denominata “Acquedotto pugliese (AQP)”.


2. L’AQP è amministrata in forma di azienda pubblica regionale, la cui  costituzione e gestione è regolata dagli articoli 7 e 8.

3. L’AQP, ai sensi dell’articolo 2, è un soggetto di diritto pubblico, non  ha finalità di lucro e persegue il pareggio di bilancio.  Gli eventuali avanzi netti di gestione sono finalizzati al miglioramento del servizio idrico integrato secondo i
principi e le modalità di gestione previste dalla presente legge
e al reinvestimento nel servizio di cui all’articolo 2, all’erogazione gratuita di cui all’articolo 13 e al fondo regionale di solidarietà internazionale di cui all’articolo 4.


La lettura congiunta dell’art. 5 comma 3 e dell’art. 13 (con particolare
riferimento agli emendamenti introdotti) sembra far emergere un’altra
contraddizione
. Infatti, se l’AQP come soggetto di diritto pubblico persegue –
obbligatoriamente – il pareggio di bilancio (per l’azienda  speciale tale obbligo è sancito dal T.U. 267/2000, art. 114, comma 4), non è allora logicamente possibile che il fondo per garantire il diritto al minimo vitale sia legato esclusivamente ad avanzi di gestione (che di norma, per l’appunto, non dovrebbero realizzarsi).
A questa si  aggiunge la considerazione preliminare secondo cui un diritto non puòin ogni caso essere garantito dalla realizzazione di eventuali  entrate che se venissero a mancare lascerebbero “scoperto” il fondo..


4. L’AQP può gestire attività diverse dal servizio idrico integrato, ma da esso rivenienti, attraverso la costituzione di società anche miste e  consorzi pubblici, nel rispetto della normativa comunitaria e statale e regionale in regime di pubblicità delle procedure e concorrenza, destinando gli utili propri a investimenti diretti esclusivamente al miglioramento del servizio idrico integrato.


In questo articolo si ravvisano due problemi sostanziali: il primo è rappresentato dal fatto che è stato eliminato il riferimento ai consorzi pubblici come organismi per gestire le attività diverse dal servizio idrico integrato; il secondo attiene al fatto che manca una chiara indicazione di quelle che dovrebbero essere le attività che potrebbero essere gestite da società anche miste, il termine “rivenienti” non soddisfa la necessità di chiarezza.
E, in ogni caso, perché escludere i consorzi pubblici?


5. L’AQP subentra nel patrimonio e in tutti i rapporti attivi e passivi di  “Acquedotto pugliese s.p.a.”, istituito con decreto legislativo dell’11 maggio 1999, n. 141 (Trasformazione dell’Ente autonomo acquedotto pugliese in società per azioni, a
norma dell’articolo 11, comma 1, lettera b), della legge 15 marzo  1997, n. 59),

conservandone tutti i compiti istituzionali, compatibilmente con i principi e gli obiettivi posti dalla presente legge.

6. L’AQP svolge tutte le attività già attribuite alla società “Acquedotto Pugliese s.p.a.” dal d.lgs. 141/1999 e dalle leggi della Regione Puglia.


7. L’AQP è costituita e avvia la gestione entro centottanta giorni dalla data  di entrata in vigore della presente legge e, comunque, successivamente all’adozione del regolamento e all’approvazione dello statuto, rispettivamente previsti dal comma 5 dell’articolo 1 e dal comma 2 dell’articolo 7, previi gli adempimenti previsti dall’articolo 14.
Art. 6
Gestione pubblica partecipata
dell
’ AQP


1. L’AQP gestisce il servizio idrico integrato sulla base di principi e regole che garantiscano:
  1. trasparenza degli atti, accesso pubblico alle informazioni aziendali e potere della cittadinanza di osservazione e proposta di modifica in merito agli atti di
    governante” aziendali;
  2. istituzione di un consiglio di  sorveglianza con poteri di controllo, basato su modalità di rappresentanza dei lavoratori, delle associazioni ambientaliste, dei
    consumatori, dei sindacati e di rappresentanti dei comuni e dei  comitati dei cittadini su base provinciale;
  3. previsione di meccanismi procedurali e predisposizione di mezzi finalizzati al coinvolgimento e alla partecipazione dei lavoratori e, su base territoriale, della
    cittadinanza, rispetto alle decisioni inerenti gli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione.

2. L’Azienda pubblica regionale può promuovere forme di consultazione della popolazione sulle modalità e sui livelli quantitativi e qualitativi di erogazione del servizio idrico integrato.

3. L’organismo di indirizzo e controllo del servizio idrico integrato, l’AQP e la Regione Puglia assicurano alla popolazione la più ampia diffusione e conoscenza degli atti previsti, in applicazione dei principi e delle regole disciplinati dal comma 1, nonché della relazione annuale approvata dal collegio dei revisori dei conti.

4. Le modalità di partecipazione di cui ai precedenti commi sono disciplinati dal regolamento di cui al comma 5 dell’articolo 1.



Art. 7
Lo statuto dell’AQP

1. La Giunta regionale, nel termine di novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta lo statuto dell’AQP.

2. Il Consiglio regionale, nel termine di trenta giorni dall’adozione, approva lo statuto dell’AQP.

3. Lo statuto, finalizzato a disciplinare la “governante” dell’AQP, nelle sue articolazioni funzionali e strutturali e a regolare la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico integrato, deve basarsi sul presente dettato legislativo e deve recepire il regolamento attuativo di cui al comma 5 dell’articolo 1.

4. L’AQP è tenuta a un’ordinata evidenziazione dei fatti di gestione secondo i canoni della competenza economica ed espone un bilancio composto da conto economico, stato patrimoniale e nota integrativa. L’AQP osserva le disposizioni previste dal codice civile e dai principi contabili, in quanto compatibili.




Art. 8
Organi di governo dell’AQP

1. L’amministrazione dell’AQP è affidata a un consiglio di amministrazione amministratore unico.

2. Entro trenta giorni dalla data di approvazione dello statuto dell’AQP, il Presidente della Regione Puglia, sentita la Giunta regionale, nomina l’amministratore unico.

I seguenti paragrafi (art. 8, comma 2 e 3 nella versione originaria) sono stati eliminati.

3. Il presidente, il vicepresidente e gli altri membri del consiglio di amministrazione L’amministratore unico è scelto fra persone che possiedono adeguate e comprovate competenze ed esperienze professionali tecniche, amministrative, giuridiche, contabili o aziendali, ovvero che abbia rilevante esperienza nel settore dell’organizzazione e gestione delle risorse idriche.

4. Lo statuto di cui all’articolo 7 deve prevedere le cause di impedimento originario o sopravvenuto alla nomina dei componenti del consiglio di amministrazione dell’amministratore unico e di incompatibilità, garantendo comunque il rispetto dei principi di prevenzione e divieto di qualsiasi situazione di conflitto di interesse e di autonomia e distinzione tra politica e amministrazione.

5. Il presidente, il vicepresidente e gli altri memebri del consiglio di amministrazione L’amministratore unico dura in carica tre anni e può essere rinominato per una sola volta, anche non consecutiva.

6. Le attribuzioni, le funzioni e le indennità del presidente e del consiglio di amministrazione dell’amministratore unico sono disciplinate dallo statuto dell’AQP.

7. Lo statuto deve prevedere l’istituzione di un collegio dei revisori dei conti, disciplinandone le modalità di composizione e funzionamento.

Si fa presente che già la previsione del consiglio di amministrazione (con tre componenti indicati dall’assemblea dei sindaci su base demografica)  rappresentava un “punto di incontro”fra il Movimento e la Regione. Avere escluso anche i Comuni dall’indicazione degli amministratori non è a nostro avviso garanzia di gestione condivisa e partecipata.
In questo senso se non convince, per ovvie ragioni, la motivazione secondo cui i Comuni sono già presenti nell’Ente Idrico Regionale (che in Puglia ha assunto le funzioni dell’ATO), ancora meno convince l’argomentazione secondo cui la scelta dell’amministratore unico al posto del Consiglio sarebbe basata su un risparmio di spesa. Infatti, appare chiaro che se si volesse evitare costi maggiori basterebbe banalmente dividere la retribuzione che spetterebbe all’amministratore unico per il numero degli amministratori del Consiglio cosa che, fra l’altro, potrebbe rappresentare un importante segnale di inversione di rotta del governo della res publica.
Al di là, comunque, di quanto evidenziato, resta fermo che il punto sostanziale, già indicato da mesi, è rappresentato dai meccanismi di nomina degli amministratori o dell’amministratore unico che sia.



Art. 9
Il personale in servizio

1. Il personale in servizio presso l’Acquedotto pugliese s.p.a alla data di costituzione dell’AQP transita nell’organico dell’AQP alla data della costituzione della medesima, conservando tutti i diritti giuridici ed economici acquisiti, senza ulteriori e maggiori oneri. Nell’attuazione di tale progetto sono assicurate le relazioni sindacali.

2. Il personale di cui al comma 1 espleta le medesime funzioni svolte in precedenza senza soluzione di continuità.


Art. 10
Vigilanza e controlli

1. L’AQP è sottoposta alla vigilanza della Regione Puglia. La gestione è, altresì, sottoposta ai controlli successivi di cui al comma 4 dell’articolo 3 della legge 14 gennaio 1994, n. 20 (Disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti), così come modificato dall’articolo 2 del decreto legge 23 ottobre 1996, n. 543, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione, dal comma 473 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e dal comma 65 dell’articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

2. Il Presidente della Regione, sentita la Giunta regionale, può in ogni momento disporre controlli per accertare il funzionamento e la gestione dell’AQP, la quale consente il più ampio accesso ai propri uffici, strutture, impianti e atti, prestando la necessaria collaborazione.

3. Il Presidente della Regione può revocare con provvedimento motivato il presidente, il vicepresidente e i singoli membri del consiglio di amministrazione l’Amministratore unico. Con lo stesso atto provvede a nominare il nuovo amministratore.

Il consiglio regionale, su proposta della giunta può deliberare lo scioglimento degli organi collegiali dell’azienda pubblica regionale.

4. La revoca e lo scioglimento in ognuna delle ipotesi previste è disposta in caso di gravi e persistenti violazioni di legge o di regolamento, nonché di gravi irregolarità nel funzionamento e nella gestione dell’AQP, ovvero in caso di perdurante inerzia dell’organo amministrativo.

5. Il Presidente della Regione dispone in ordine alla revoca, sentita la Giunta regionale.

I seguenti paragrafi (art. 10, comma 7 e 8 nella versione originaria) sono stati eliminati.


Art. 11
Adeguamento degli atti per l’erogazione del servizio idrico integrato

1. Nel rispetto della normativa vigente, L’organismo di indirizzo e controllo del Servizio Idrico Integrato e l’AQP adegua tutti gli atti per l’erogazione del servizio idrico integrato nel territorio della Regione Puglia alle disposizioni della presente legge entro centottanta giorni dalla sua entrata in vigore e comunque successivamente all’adozione del regolamento e all’approvazione dello statuto, rispettivamente previsti dal comma 5 dell’articolo 1 e dal comma 2 dell’articolo 7.

2. La Regione, nell’ambito del regolamento di cui al comma 5 dell’articolo 1, detta le norme per contribuire alla garanzia e al rispetto di adeguati e omogenei standard qualitativi dei servizi per i comuni di dimensione demografica inferiore ai 5 mila abitanti, anche ai sensi dell’articolo 151 del d.lgs. 152/2006 e della legge regionale 6 settembre 1999, n. 28 (Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli enti locali, in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36).


Art. 12
Disposizione transitoria

1. L’amministratore unico dell’Acquedotto Pugliese s.p.a. conserva l’esercizio delle sue funzioni ordinarie fino all’insediamento del consiglio di amministrazione nuovo amministratore unico dell’AQP e comunque fino all’adozione del regolamento e all’approvazione dello statuto, rispettivamente previsti dal comma 5 dell’articolo 1 e dal comma 2 dell’articolo 7.


Art. 13
Erogazione gratuita del quantitativo minimo giornaliero

1. Nell’esercizio delle proprie competenze in materia di tutela della salute e alimentazione di cui al comma 3 dell’articolo 117 della Costituzione, la Regione Puglia vincola il soggetto gestore del servizio idrico integrato all’erogazione gratuita, relativamente alle utenze domestiche, di un quantitativo vitale d’acqua, individuato dalla Giunta regionale sulla base dei parametri indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità e della capacità finanziaria della Regione Puglia, in favore di tutti i cittadini residenti nel territorio regionale corrispondente al 18 per cento degli avanzi netti di gestione, da destinare in favore di persone domiciliate nel territorio regionale, con riferimento alla condizione reddituale e in base a principi di proporzionalità e fasce di consumo.

2. L’erogazione gratuita del quantitativo minimo di cui al coma precedente è posta a totale carico del bilancio della Regione Puglia avviene esclusivamente nei limiti finanziari dell’avanzo netto annuale di gestione del soggetto gestore del servizio idrico integrato.


Art. 14
Trasferimento delle azioni di AQP alla Regione Puglia

  1. Agli oneri derivanti dalla definitiva attuazione degli atti di intesa  sottoscritti in data 27 maggio 2004 e dalla conclusione del processo di trasferimento delle azioni di Acquedotto Pugliese s.p.a. ancora nella titolarità della Regione Basilicata in favore della Regione Puglia, si fa fronte mediante le seguenti variazioni al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2011:



-
PARTE SPESA -

Variazioni
in termini di competenza e cassa

UPB

SERVIZIO

CAPITOLO

DECLARATORIA

VARIAZIONE
IN AUMENTO

VARIAZIONE
IN DIMINUIZIONE

0903
01

SERVIZIO
RISORSE NATURALI

621065

ACQUISIZIONE
QUOTE AZIONARIE AQP DALLA REGIONE BASILICATA. ACCORDO DI
PROGRAMMA DEL 5/8/1999 - ATTI DI INTESA DEL 27/05/2004.

12.250.000,00




0603
09

SERVIZIO
PROGRAMMAZIONE E POLITICHE DEI FONDI STRUTTURALI

1155000

PROGRAMMA
OPERATIVO FESR 2007-2013. SPESE PER ATTUAZIONE ASSE V TRASPORTI
(QUOTA REGIONE)




6.332.000,00

0603
09

SERVIZIO
PROGRAMMAZIONE E POLITICHE DEI FONDI STRUTTURALI

1157000

PROGRAMMA
OPERATIVO FESR 2007-2013. SPESE PER ATTUAZIONE ASSE VII CITTA' E
SISTEMA URBANO (
QUOTA
REGIONE)




4.358.000,00

0603 09

SERVIZIO
PROGRAMMAZIONE E POLITICHE DEI FONDI STRUTTURALI

1158025

PROGRAMMA
OPERATIVO FESR 2007-2013. SPESE PER ATTUAZIONE ASSE VIII LINEA DI
INTERVENTO
8.2 ASSISTENZA TECNICA ALL'ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO
(QUOTA REGIONE)






1.560.000,00




TOTALE



12.250.000,00



12.250.000,00




Art. 15
Abrogazione

1. Sono abrogate tutte le disposizioni normative incompatibili o in contrasto con la presente legge. Per quanto non diversamente disciplinato dalla presente si fa riferimento alle disposizioni vigenti.





Il seguente articolo è stato abrogato



IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Onofrio Introna)



IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Antonio Maniglio)



IL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO
(Silvana Vernola)




IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO
ASSEMBLEA E COMMISSIONI CONSILIARI
(Silvana Vernola)



E’ estratto del verbale della seduta del 14 giugno 2011 ed è conforme al testo deliberato dal Consiglio regionale




IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Onofrio Introna)



IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Antonio Maniglio)



IL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO
(Silvana Vernola)




IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO
ASSEMBLEA E COMMISSIONI CONSILIARI
(Silvana Vernola)




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Segreteria del Comitato Referendario Pugliese "2 SI per l'Acqua Bene Comune"