14 agosto 2013

suburbana 2013



Un anno passato in piedi: l'ilva ed il sistema che disintegra una città.
Prospettive future: limiti e possibili sviluppi di radicalizzazione delle lotte.

Non ci sentiamo di dire niente di più rispetto a una possibile traccia di discussione, ma pensiamo che partire da queste due condizioni rilevanti possa favorire lo svolgersi della assemblea in un dibattito ricco di visioni future.Per tanto ci limiteremo a dare una nostra minima considerazione in termini di analisi.

La parentesi lunga ed evolutiva di crisi, che l'umanità in questo nuovo secolo sta attraversando, è la risultante del processo di deturpazione generale dei diritti, conquistati a durissimo prezzo dalle generazioni passate nel defunto, ma mai domo '900. Vediamo gli stessi diritti, ad ogni latitudine del pianeta, lesi sempre più in egual misura e con pari livello di sfruttamento dei territori e delle persone; vi è una intensificazione dell'elemento di rottura, da parte “dell'azione politica istituzionale”, contro le richieste delle popolazioni che subiscono inermi le loro scelleratezze; vi è inoltre un ulteriore intensificazione da parte della stessa a garantire affaristi, speculatori e multinazionali. Ed è sintomatico come proprio in questo baratro, che popolazioni intere scorgano la possibilità di riorganizzarsi in aggregati di lotta a difesa delle proprie vite e dei territori.
Nella reale voglia di costruire il sentimento di riappropriazione dei luoghi in cui questo popolo nasce, abita, produce ricchezza e muore, di poter modellare infine con le proprie mani il futuro che lo attende.
Il cammino verso questa direzione già è preso, quindi sta a tutti noi non perdere l'orientamento nei deserti di vite spezzate, che il capitalismo crea.
La logica del disfattismo, deve essere marginalizzata per permettere la compenetrazione materiale nei luoghi della esigenza collettiva, non più individualista ma alla ricerca di “regole” tattiche e strategiche che ci permettano di superare la crisi della rappresentanza.
Il rapporto biunivoco che questi due concetti assumono, in un insieme di rottura storica con il passato più recente, trova la sua collocazione ideale nella trasversalità dei movimenti cittadini o extra cittadini. Questi fattori riportano l'asse in equilibrio, per lo meno nel tipo di concentrazione pluralistica, con il disequilibrio vissuto nelle lotte degli ultimi decenni; nei tentativi dimostratisi insufficienti, ma che comunque hanno favorito la crescita esponenziale intorno al livello di partecipazione popolare, che risultava altrimenti svilito ed esangue.

I Popoli autoconvocati in assemblee larghe ed eterogenee, possono coniugare la propria rappresentanza, praticando l'abbattimento del concetto di delega, che tanto ha inciso negativamente sul rapporto con l'esistente quotidiano.

Questa si dimostrerà una strada lunga e tortuosa, che sicuramente affaticherà l'esercizio della lotta, ma produrrà sicuramente certezze in più per le nuove generazioni militanti. Però, è anche vero, che la traduzione immediata nelle vite e nei territori, dovrà assolutamente evolversi in una profonda fase di studio teorico che di pari passo coniugandosi con la pratica, porterà sempre più vaste fette di popolazioni diffuse e attive, alla critica scientifica del sistema “capitalismo” da un punto di vista di classe.
Tradurre questo concetto senza incappare nella retorica auto celebrativa, rappresenterebbe una grossa sfida che darebbe la possibilità di radicalizzare l'esercizio di queste lotte, altrimenti destinate a risultare contenitori pieni di opportunità fisiologiche, bloccandole in un eterno presente, nei propri limiti, nel paradosso di una non crescita.
Formare quanta più gente possibile alla pratica anticapitalista, deve essere l'orizzonte; creare scuole dal basso che pratichino questo concetto, l'obiettivo. Educare una comunità a non arrendersi alle scelte imposte dai “direttivi politici finanziari”, porterebbe la stessa a considerarsi parte attiva nei luoghi della trasformazione culturale politica ed economica.La tendenza negativa a difendersi in termini vertenziali dagli attacchi padronali deve essere rivisitata tatticamente all'interno di passaggi intermedi che altro non sono che l'amalgamento di esperienze diverse. Le stesse potranno trovare spazi di agibilità nell'immediato futuro, non in risoluzioni para istituzionali e burocratizzate, ma nella trasformazione stessa del soggetto in lotta che tramite l'idea collettiva comunitaria, possa dare nuovo impulso alla storia della società umana.

Suburbana è alla sua nona edizione e come ogni anno fa le sue valutazioni politiche in base al lavoro svolto nei perimetri della fame.Suburbana si affaccia da una piccola finestra sul mondo che di notte ci illumina il cammino nella lotta internazionale, tanto cara a noi maldestri viaggiatori di mari in tempesta.

CI HANNO INSEGNATO L'ARTE DI ARRANGIARCI, IMPAREREMO QUELLA DI LOTTARE

Assemblea Suburbana sabato 24 Agosto ore 18 comitato di quartiere città vecchia.
Comitati di quartiere Taranto – Arco Paisiello G18
comitato.di.quartiere@email.it - 0994716012

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